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#28 - LA SINTESI FINALE

Con quest'ultimo post si conclude il nostro viaggio alla scoperta del teodolite e del tacheometro.

Li abbiamo conosciuti attraverso la loro immagine reale e anche attraverso quella simbolica, per poi passare concretamente a parlare della loro forma e dei materiali con cui vengono realizzati; abbiamo scavato a fondo nella loro storia, dall'invenzione ai tanti brevetti pubblicati negli anni, scoprendo attraverso Ngram Viewer quanto sono stati di tendenza nel corso dei secoli i termini ad essi attinenti; sono stati passati in rassegna i loro principali costruttori e marchi produttori. Anche il mondo scientifico ha avuto un ruolo importante, permettendoci di capire il funzionamento dei nostri strumenti, con l'ausilio di manuali d'uso e normative di riferimento. Li abbiamo trovati ovunque all'interno della nostra società: nei libri, nel cinema, nella pubblicità, nei fumetti e nei francobolli; ne abbiamo scovato riferimenti persino nella mitologia! Sia i numeri, che l'alfabeto ci hanno aiutato a definirne dei punti cardine, sintetizzati poi in un'utile mappa concettuale.
Buona scoperta a tutti coloro che si accingono a fare i primi passi in questo blog e grazie a tutti coloro che hanno preso parte a questo viaggio nel mondo delle "cose" step by step.



#05- IL PRINCIPIO FISICO

Dopo aver trattato l'ambito di applicazione dei nostri strumenti, passiamo ad analizzare il principio fisico secondo il quale lavorano.  

Il teodolite e il tacheometro in quanto strumenti di misura permettono di valutare e misurare gli angoli in maniera diretta. Al variare delle condizioni e dei parametri esterni, tali misure vengono ottenute confrontando i valori angolari (assunti come unità di misura) riportati su di un cerchio su cui è incisa una gradazione, anche detta lembo, ed un centro C della stessa.

La misura di un angolo sul terreno è resa più complicata rispetto ad uno studio su carta dal fatto che in questo caso non sono visibili le semirette che lo formano. Nonostante ciò la misurazione e il principio fisico che la governa sono i medesimi.

Innanzitutto è opportuno definire due diverse tipologie di angoli:

  • l'angolo orizzontale, anche definito come angolo diedro, è l’angolo misurato su un piano orizzontale su cui è collocato il cerchio orizzontale, formato da due piani verticali (la cui traccia passa per il vertice) e contenente le due semirette dell’angolo. In topografia sono gli angoli più importanti e più usati;
  • l’angolo zenitale, invece, è l’angolo misurato su un piano verticale, che viene a formarsi tra la verticale (asse generale del nostro strumento) e la direzione della linea di mira del collimatore.

A questo punto tutto ciò che è necessario fare è porre in coincidenza il vertice S dell’angolo da misurare (intersezione delle semirette che formano l’angolo) con il centro C della graduazione riportata sul rapportatore. Si possono riscontrare due situazioni:

  • Quando l’origine della graduazione (0°) è esterna alle due semirette che definiscono l’angolo α, poiché la graduazione del cerchio è destrorsa (la sua numerazione procede in senso orario,) l’angolo α verrà fornito dalla differenza delle letture eseguite alla graduazione in corrispondenza delle due semirette: α = LB - LA;
  • Quando l’origine della graduazione (0°) è compresa tra le due semirette che definiscono l’angolo α, dunque con LB < LA, l’angolo α viene fornito dalla relazione precedente con l’aggiunta di un angolo giro: α = LB - LA + 360°
Infine la misura dell’angolo a può avvenire disponendo il cerchio graduato in modo da far coincidere il lato SA con l’origine della graduazione. In questo caso particolare l’angolo α coincide con il valore letto sulla graduazione in corrispondenza del lato SB, dunque: α = LB